A come Andrea. A come Adamello, mio fratello. A come Alba,
mio fratello.
Sebbene sia vero che l’Adamello è sempre stato un sogno, da
quando Andrea appese la tavola al muro e si mise gli scarponi ai piedi, allo
stesso tempo non avrei potuto pensare di trovare un fratello in carne ed ossa,
per strada. Si, perché Alba l’ho trovato per strada. O meglio, me lo sono
trovato in quella stravagante casa di matti di Via Facciolati 88 e l’ho
trascinato in strada con me.
La prima immagine che ho impressa nella testa su mio
fratello l’Adamello risale al giorno del mio compleanno di 4 anni or sono,
quando presi la bicicletta ed arrivai in cima al Piz Tri con la neve a frenare
una delle mie prime piccole imprese personali. Mi girai e vidi l’Adamello. Mi
si accapponò la pelle. Subito, percepii il legame di fratellanza che ci legava e che ci avrebbe legato indissolubilmente.
Muovevo i primi passi nelle vere, verdi o rocciose, montagne bresciane e mi
promisi che in un futuro molto prossimo ci sarei arrivato, là sulla vetta, a salutare
tutti con la manina.
La prima immagine che ho di fratello Alba è quella di un
capellone con una canottiera bisunta e lisa. Un vago sguardo da criminale dal
buon cuore, celava un grande potenziale. I primi tempi furono duri. Dovetti
combattere contro un cieco e sordomuto allo stesso tempo, ma riuscii a trascinarlo
per strada, a fargli conoscere la società – nel bene e nel male di ciò che
oggigiorno rappresenta –. Alti e bassi, tanto sopportare ed un infinito lasciar
correre. Un uccel femminile – detto Passera, o Passerina – mai ci divise ma
sicuramente ci allontanò. Ingenuità che non si ripeteranno. Il cinico Andrea mutò in Andrea cuor di Tigre.
Il lunatico Alba mutò nel soleggiato – e solandro – Alba. Forse perché si è
tagliato la folta chioma ha iniziato a vedere nuovi orizzonti? Avrà preso una botta in testa
con tutto quel suo saldare serre e zappare orti? No, lì si tratta di cuore più
che di testa. Di cuore, mantenendo la testa sulle spalle.
In questo modo ci si è ritrovati, e ne gioisco. Ed è così
che abbiamo iniziato a condividere dubbi, problemi, speranze e progetti. Così ho
trovato il mio screanzato e finto-spericolato compagno di cordata. Così abbiamo
iniziato a progettare smontagnate e zingarate guardando e studiando cartine e
leggendo recensioni. Così, esperienza dopo esperienza, abbiamo capito che dove
non arrivo io arriva Alba e dove non arriva Alba, arrivo io.
Così, decidemmo di partire assieme anche per l’ennesima
smontagnata alla conquista di mio fratello, con mio fratello.
Io, questi legami più unici che rari li chiamo di
fratellanza.
(Grazie per essere mio assiduo ed unico lettore)
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