mercoledì 26 aprile 2017

Australalba, Australalbae: come nacque il cielo


Venne il giorno in cui Gaia si sentì sola, deserta com'era. Così creò le acque, che tumultuose e vigorose diedero vita ai mari ed agli oceani. Poi creò il cielo, ch'ebbe la funzione di paciere. Il cielo placò la forza dei mari e mettendo così ordine, grazie alla stipulazione del Patto dell'Orizzonte. Di suo grado il mare, come contropartita, ha poi permesso al cielo di specchiarvisi per ricordarsi della sua immensa bellezza.
Tuttavia, Gaia donò al mare altrettanta armonia e grazia, dimodochè il cielo non peccasse di vanità. Gaia ha creato il cielo, per far sì che l'uomo si confrontasse con l'assoluto. Ed il mare per la stessa ragione. E la sottile linea ch'è l'orizzonte per dare una pausa al nostro limitato intelletto.

Australalba 1 a Merewether Beach
Qualora in contatto con persone che mai in vita loro abbiamo avuto la fortuna di mirare i cieli di questa landa apparentemente inospitale, mi è risultato estremamente difficile descriverne forme e colori.
Quando, inerme, mi sono trovato sotto e davanti e dietro e nel mezzo all'immenso e sconfinato cielo d'Australia è stato Amore a prima vista. Ivi, la corteccia visiva comincia a  trasmettere impulsi tanto vigorosi da mandare in tilt il lobo temporale: lo spazio e soprattutto il tempo cadono, cessano di esistere. Una pallotta informe costituisce il presente, assieme all'assuefacente sensazione di sazietà. Tutte le attività cerebrali sono compromesse dal cielo australiano: l'area di Broca, che invano cerca di nascondersi nel piede di una delle innumerevoli circonvoluzioni frontali, è bruciata. Non sono più in grado di portare a compimento frasi vagamente sensate (non che normalmente lo sia!). L'ipotalamo è gravemente compromesso, sebbene mantenga la tendenza all'omeostasi. Quello è, che mi porta a non poterle descrivere. E quello è, che mi satolla per la giornata.

Australalba 2 all'entrata del porto di Newcastle 


Australalba 3, una jornata di calma a Merewether

Certo, si potrà pensare, è facile apprezzare la vista quando il sole ci regala una gamma di colori in grado di frantumare qualsivoglia prisma. No, no. Ringrazio la natura, e Gaia, per avermi dato la possibilità di vedere molto più spesso il mare in tempesta ed il cielo incupirsi. Mai spettacolo così raro, mai favore tanto gradito.

Australalba 4, la Compagnia della Corta con tempo incerto

Australalba 5, Procella et intemperia incombono dal sud

Australalba 6, tra una procella e l'altra: quelli della Lunga se la intendono


E così come si deve essere pronti a bagnarsi qualora si viaggi in barca, così bisogna aspettarsi di rimanere meravigliati davanti ai cieli australiani.

Australalba 7, un dipinto ad occhio nudo del rocky spot

Tra modernità alternativa e fantomatica cultura Hippie: una bella sorpresa

C'è chi, tanti anni addietro, ci vide un'opportunità per costruire una nuova vita. C'è chi invece vi trovò rifugio, per non vender cara la pelle in patria tra condizioni sociali insicure e pericolose, o guerre devastanti. C'è chi, invece, per mancanza di solerzia e per amore di una vita rilassata e senza fretta alcuna, si fiondò in quelle lontane terre da poco emerse. 
Io, a profferir sincero verbo, nell'Australia non ci vedevo assolutamente nulla per cui prendersi la briga di viaggiare due giorni. Si, forse il surf, ma per quello ci sono buone onde anche altrove. "Fermati, non hai compilato uno dei 3400040 fogli che avresti dovuto compilare per ottenere tale  permesso!". "Mi spiace, Andrea, ma lei non può entrare nel nostro paese perché le sue orecchie figurano 3° più in senso antiorario rispetto alla fotografia del suo passaporto.". Ed ancora "Lei cosa è venuto qui a fare? Ah no, io non credo che lei voglia solo surfare. Lei vuole sicuramente lavorare in nero. Lei vuole togliere il pane ai bambini dal sangue australiano, ai futuri reggenti di questo soleggiato e magnifico paese. Che bestia deve essere lei, Andrea, ma io mica lo lascio entrare!". Ebbene, seppur sia stato lungo il processo per ottenere un semplice visto di 3 mesi per lavoratore esterno, una volta varcato il confine è stato come togliersi la camicia di forza (se vi interessasse, una L mi andrebbe più che bene) e sentirsi liberi. E lì ho potuto iniziare ad osservare i comportamenti degli australiani.Se da un lato è vero che gli Aussie siano sicuramente un popolo sottoposto a delle rigide e restrittive regole, e altrettanto vero che vivono con molta meno pressione a cavalcioni sulle loro spalle. Il modo di vivere in Australia è mediamente ben più rilassato di quanto sia quello italiano. Bello è aspettare 20 minuti per un caffè quando una sola persona ti precede, senza che vi siano concrete e giustificabili cause. Si, non è importante che il caffè sia pronto in due minuti. Non serve berlo al volo per tornare prontamente all’operosità. Take it easy, e sfrutta quei 20 minuti per parlare con chi ti sta attorno. Questo è lo spirito. E se hai aspettato tanto, loro sono felici di offrirti un caffè. Perché vogliono che il cliente sia contento e sorridente, e dunque sono realmente orgogliosi ed altrettanto felici nell’offrirmi un caffè. Quelle sporadiche volte che mi è capitato di mangiare fuori, ho ricevuto il cibo dopo un’ora dall’ordine. Una volta alla cassa, hanno insistito per togliermelo dal conto.
Il lavoratore non ha fretta di essere a lavoro, e finite le 8h lascia cadere la pena o il martello e l'avvitabulloni e corre verso la propria vita, i propri interessi. Si perché quelle canoniche fruttano abbastanza da mantenere se stesso e la propria famiglia. 
Purtroppo noi italiani siamo ben lungi dall'arrivare ad ottenere una tale regolamentazione del lavoro che ci permetta di operare col sorriso e con il giusto grano a fine mese.


Questa fotografia è emblematica: racchiude, parer mio, l'essenza dell'Australia. Racchiude una serie di motivi per cui mi sono dovuto ricredere e pensare che l'Australia non sia uno degli ultimi paesi in cui mi potrei fermare a vivere.
E' l'alba, o Australalba come mi piace chiamarla. Sullo sfondo il sole che fa il suo lento ingresso sul palcoscenico. E quello in primo piano non è un surfer. No, è un ragazzo normale con una passione per quella tavoletta di schiuma o legno e paraffina che tanto inchioda al mare uomini e donne senza distinzione alcuna. Un ragazzo, che dopo un'ora passata nell'acqua, beve un caffè aspettando quei famosi 20 minuti col sorriso e che poi va a lavoro. E quella in primo piano si, è sabbia. E sempre in primo piano c'è il mare o, meglio, l'Oceano.
La scienza ci dice che oltre il 70% del corpo di un essere umano è composto da acqua. Qualche traccia di lipidi, minerali e proteine ma la quasi totalità è acqua. Quindi dei 85Kg che mi porto appresso ogni giorno, circa 59,5 sono acqua. Se il l'ipotesi biblica del "Cenere eri e cenere tornerai" l'applicassimo per proprietà  ben poco transitiva anche all'acqua, be' allora sarebbe ben difficile liberarmi dell'oceano e di una vita assieme, fianco a fianco.
E' l'ora.
Ben fatto Australia