venerdì 6 ottobre 2017

La tauromachia del Pistacchio



Con una manciata di pistacchi in mano, io mi estraneo dalla realtà e vengo catapultato in un mondo statico.

Li apro con smania, quasi manifestando sintomi da astinenza. Come una catena di montaggio, con un processo minuzioso e che si ripete identico nella forma ed immobile nello spazio, i pistacchi, uno ad uno, vengono estratti dal guscio rigido, aperti dai due pollici prensili, passano poi alla mano sinistra che li preleva, li avvicina alla bocca e quando sono a circa 15 millimetri da essa, vengono gettati nella fornace.
Di rado li mastico nella parte destra della grotta umida, quasi sempre a sinistra. Soffro di una patologia ansiogena da possibile decadimento di pelle tostata al suolo. 
 
AE fu. Siccome immobile, dato il mortal sospiro, stette il guscio immemore orbo di tanta tostatura, così fragrante, attonita la terra al nunzio sta, muta pensando all’ultimo minuto del pistacchio fatale […]

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