martedì 13 giugno 2017

Nuova Zelandia: le Tre stagioni Vivaldo-Jacksoniane



Nuova Zelandalba, una partenza di buon auspicio da Queenstown



La voglia di scrivere è tanta, ma il tempo per farlo poco. Siccome la voglia di vivere ciò di cui poi scrivere è ancor più, chiesi alla Natura di concedermi qualche settimana con 30 ore al giorno ma mi rispose due di picche: sarebbe stato deleterio per tutti coloro che non sanno come riempire le giornate, che a detta della Natura sono più di quelle che non sanno come organizzarsi l'orda scapestrata di impegni. Ora, volevo semplicemente dire che mi metto ad aggiornare con colpevole e volontario ritardo i prodigiosamente ordinari racconti di Andrea - il sottoscritto - e di Gaia - Gaia - che trovano ubicazione spazio-temporale settimane addietro.
La Nuova Zelanda. Che paese, la Nuova Zelanda. L'ho girata a mo' d'Andrea, ovvero con una bicicletta. Ovvero con un armadio limitato ad un cambio ed un quarto e sicuramente non adatto ad affrontare un meteo definito tra i più imprevedibili al mondo. Ovvero senza GPS e con tanta speranza. Ovvero con il solito minimalismo di cui poi mi pento ma a cui sempre mi adatto. Ovvero con quella nuvoletta fantozziana che sembra legata al mio zainetto con un impercettibile e trasparente filo di diamante e schiuma metallica a prova di machete. Ovvero con i miei occhi pronti alla scoperta, protetti da un cappello alla pescatora più improbabile che raro. Ovvero con la macchina fotografica e l'amaro delle Dolomiti (in Nuova Zelanda ho dovuto sostituirla con un surrogato alle erbe neozelandesi), i migliori compagni che si possano avere sia nelle gite in solitario che con gli amici. Ovvero con la testa sgombra e colma di pensieri allo stesso momento.
Gaia a volte sa essere bipolare e cambiare abito da un momento all'altro. E' così che mi vennero in mente le Quattro Stagioni di Vivaldi. In Nuova Zelanda le puoi vivere anche tutte assieme in un giorno solo. Io ne ho vissute tre, a dire il vero: dell'estate non ne ho visto traccia. Ed è così che mi venne in mente la Trilogia dei colori di Piesewicz, anche se le storie dei colori blu, rosso e bianco non hanno nulla a che vedere con la mia esperienza neozelandesca. Vattelapesca, ho pensato. Quale suddivisione in tre - dicansi altresì trilogia - può rappresentare meglio la Nuova Zelanda del Signore degli Anelli? Anche io, come Peter Jackson, ho deciso di ambientare al mia storia in Aotearoa e di suddividerla in tre stagioni vivaldo-jacksoniane.